giovedì 10 settembre 2009

Le solitudini sono tutte uguali

Forse basterebbe solo dormire
un centinaio di ore consecutive,
allora potrebbero,
chi lo sa,
ricomparire tutte quelle cose che avevo davanti agli occhi
e che si sono nascoste
all’improvviso,
per farsi beffe
della mia cecità perenne.

Che anche i nemici
non si fanno più vedere,
tanto mi hanno a noia.

Io che li sfido a duello
via sms
e loro un cazzo,

manco uno squillo.

Bastardi
come i veri nemici
ce ne sono pochi.

E tutte le ispirazioni
e le smanie di affetto
sono sepolte
sotto cumuli
di crisi isteriche.

E tutte le politiche
dei miei coglioni
sono mozziconi
spenti male.

Solo gridare
mi salverebbe.

Gridare in faccia alla gente,
al primo che passa,
che voglio dormire.
E poi vedere
che fa,
come si comporta,
se mi prende per pazzo
o mi porge un cuscino.

Ma dove sono finite tutte le cose?
I miei libri, i miei dischi, i miei films?
I miei origami?
Tutte le mie allucinazioni e i miei fraintendimenti,
che fine hanno fatto?

Solo lacrime brevi e indotte a forza,
solo loro
mi sono rimaste.

Per evitare di ammettere
che non esistono livelli di solitudine.

Nessun commento: